FEMMINICIDIO, la nuova parola coniata per definire in tutta la sua brutalità espressiva un crimine diffuso. «Prevenire la violenza sulle donne, fare fronte comune nel mondo contro il femminicidio, combattere le concezioni culturali alle quali il fenomeno è collegato» è il senso della Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, istituita dall’Onu il 25 novembre, un giorno che ricorda la forza delle donne nella lotta contro le oppressioni. Che il femminicidio sia un problema mondiale ormai è riconosciuto dall’Unione Europea, dal Consiglio d’Europa e dalle Nazioni Unite. A giugno 2012 è stato presentato a Ginevra il primo rapporto mondiale sugli omicidi basati sul genere. Ora si lavora per trovare una soluzione da presentare all’Assemblea generale per chiedere di formare un gruppo di lavoro internazionale per l’elaborazione di linee-guida per gli Stati. Ma in Italia che cosa si può fare per fermare i crimini contro le donne? L’Onu ha dato indicazioni precise. La Convenzione nazionale No more!’ contro la violenza maschile sulle donne ha rilanciato la necessità che le istituzioni si impegnino ad attuare le raccomandazioni Onu. La Convenzione è una proposta politica unitaria, aperta all’adesione e alla sottoscrizione di realtà nazionali, locali, e singole persone, e chiede al Governo di verificare l’efficacia del Piano Nazionale contro la violenza varato nel 2011, con una revisione da fare assieme al coordinamento promotore della Convenzione.
Resto del Carlino Bologna – Una giornata ad hoc per combattere il femminicidio
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