PANORAMA.it – #BringBackOurGirls sul Cammino di Santiago

Tre amiche sulla via degli antichi pellegrini con il pensiero alle ragazze rapite in Nigeria

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di Isabella Rauti

Quando viaggi a piedi fai pensieri che non ti aspetti e se il cammino ti porta a Santiago di Compostela, sei in pellegrinaggio.
E questo abbiamo fatto io, Luisa ed Annie con la Onlus Hands off women–HOW, dedicandolo alle studentesse nigeriane, rapite dal movimento terroristico Boko Haram due mesi fa, ed alla campagna mondiale #bringbackourgirls.
Abbiamo percorso il Cammino inglese – il più breve – che parte dal Porto di Ferrol e giunge a Santiago in poco più di 100 Km, il minimo previsto per chi arriva a piedi, per ottenere la Compostela. Abbiamo camminato 5 giorni lungo le orme invisibile dei pellegrinaggi medievali, ogni giorno una tappa ed un sello (un timbro) sulla “Credencial del Peregrino”; con una media di 20 km al giorno, percorsi in 7 ore. Non un record, certamente, ma una bella prova!

La Galizia è diversa dal resto della Spagna: così all’estremità occidentale della Penisola iberica, così celtica, così “gettata” sull’Oceano; così unica con il suo Pellegrinaggio, riconosciuto come itinerario culturale europeo e come Patrimonio dell’umanità. A Pontedeume ti accoglie l’antico ponte e il Cammino prosegue, inerpicandosi dalla piazzetta del centro storico, attraverso vigneti e boschi; ma lungo i 23Km che separano dalla tappa successiva, incontri paesaggi urbani, costeggi tristi tratti ferroviari e autostrade. Un contrasto, quasi una contraddizione insopportabile!
La forza spirituale del pellegrinaggio si rinnova a Betanzos, borgo medievale fortificato che ti parla solo di storia! Qui pernottiamo all’Albergue, il dormitorio del pellegrino – con camerate e servizi in comune – nuovissimo e pulito; il portone chiude alle 22.00 e, nel paese della movida – ma anche del Camino – i pellegrini vanno a dormire al tramonto e si svegliano all’alba. La terza tappa è particolarmente lunga e dura: la destinazione è Bruma ma la precedono molto chilometri in salita. I tratti urbani si dissolvono e si cammina tra i boschi, lungo campagne e zone rurali, seguendo il percorso segnato dalle frecce gialle o dalle pietre miliari con le Conchiglie di San Giacomo, simbolo di accoglienza. Si arriva all’Ostello di Bruma davvero stremati e se non fosse per l‘unico ristorante della zona, distante 4 chilometri, si rischierebbe di rimanere senza cibo!
Il giorno dopo riprendiamo il cammino, stanche ma felici; l’unico bar segnalato sulla mappa, è chiuso e noi abbiamo finito l’acqua; ci prende lo sconforto ed Annie, di nascita newyorkese ma per fortuna nostra di padre galiziano, bussa alla prima casa che incontriamo, dove ci accolgono con incredibile cortesia, quasi scusandosi che per pranzo ci sono soltanto uova e patate. Pranziamo insieme in giardino e sembriamo vecchi amici: ci sfamano, ci coccolano, ci raccontano storie di viandanti e sulla porta ci regalano tre piccole rose rosse di Buon Camino. Riprendiamo la marcia e raggiungiamo la tappa di Sigüeiro in serata; questa parte del percorso è bellissima, attraversa i boschi ed arriva nel parco della cittadina dove non puoi che dormire – se trovi posto – all’Albergue “O fogar da Chisca – lugar de descanso” – dove la proprietaria e il marito ti accolgono e ti trattano più da genitori che da albergatori. Dieci letti a castello in una stanza “non grande” e uso cucina di quella che è una casa riattata; condividiamo con gli altri ospiti racconti di pellegrinaggio e sembriamo un pò dei reduci: ci sono una studentessa californiana, che sta facendo il PHD sul cibo del pellegrinaggio, una poliziotta valenciana che ha fatto il cammino portoghese da sola, ed altri che raccontano di quello francese. Santiago ora è vicina, dista non più di 17 km e al mattino partiamo per raggiungerla.
Il percorso è immerso nel bosco e in zone rurali e ad un certo punto – finalmente – i segnavia cominciano a riportare i pochi chilometri che restano:11! Rallentiamo il passo quasi per prepararci meglio all’ingresso al Santuario. A 5 km da Santiago il bosco finisce brutalmente in una trafficata area industriale che ti addolora e il percorso continua sulla strada provinciale, fino ad a un parco che ti accompagna all’ingresso di Santiago. Arriviamo alle 3 del pomeriggio: involontariamente, un numero perfetto! Il “Campo delle Stelle” ci accoglie con una suggestiva croce di pietra originalmente bifronte: da un lato Maria e sull’altro il Cristo. Il suono delle cornamuse ti guida verso la Chiesa di San Francesco e poi verso la maestosa cattedrale e la Piazza di Obradoiro. I lavori in corso sulla facciata deludono le aspettative ma non riescono ad offenderne l’immensa bellezza che sfida il tempo ed il cuore. All’interno la Cattedrale si svela con maggiore intensità e l’abbraccio al busto di San Giacomo ti dà il senso del pellegrinaggio compiuto.
All’uscita, ci mettiamo in fila davanti all’Ufficio del pellegrino per mostrare le credenziali e ricevere la Compostela; un ragazzo di Rimini ci racconta di aver fatto il cammino per intero, 819 km in 31 giorni! Alle 12 nella Cattedrale si celebra la Messa del Pellegrino ma le navate si riempiono molto prima; una suora dirige i canti e l’officiante definisce il Cammino una conversione del cuore, una trasformazione, un percorso religioso e di vita, un viaggio interiore che continua dopo Santiago, nella consapevolezza che la vita è un pellegrinaggio. Lo ascolto e penso che il Cammino è una scossa che ti porti dentro e che ti resta addosso. La celebrazione si chiude con la tradizionale oscillazione del Botafumeiro, il gigantesco incensiere; non è uno spettacolo ma un rito millenario di purificazione, con l’ incensiere “volante” che ondeggia velocemente – grazie ad un singolare gioco di corde ed all’abilità dei Tiraboleiros – sfiorando il soffitto e ripiombando al centro delle navate. Intorno alla Cattedrale pulsa incessantemente un’atmosfera meno mistica; ed oggi nei bar e nei ristoranti si commenta la notizia di Re Juan Carlos che ha abdicato in favore del figlio Felipe e si discute di Monarchia o Repubblica. Il nostro pellegrinaggio è finito ed andiamo ad incontrare la Presidente del Parlamento della Galizia, Pilar Rojo Noguera, che sostiene la Campagna mondiale #bringbackourgirls e con la quale possiamo condividere la speranza della liberazione delle studentesse nigeriane, pensiero che ha accompagnato ogni nostro passo.

[Fonte: scienza.panorama.it]