Giornata di solidarietà per la giustizia, la sensibilizzazione e l’uguaglianza promossa dai vescovi in India
MUMBAI, 26. La vera sfida è quella dell’educazione. E questa la ferma convinzione della Chiesa cattolica in India di fronte all’acceso dibattito sviluppatosi da settimane in tutto il Paese sulla nuova legge tesa a prevenire e a punire il reato di stupro. Una nuova e più severa normativa è infatti nell’agenda dell’esecutivo, dopo il clamoroso caso di una ragazza di 23 anni, violentata e malmenata da un gruppo di cinque giovani a Delhi, il i6 dicembre scorso, e morta due settimane dopo. L’episodio ha destato sconcerto a livello internazionale, riportando a galla l’annosa questione della tutela della dignità della donna in India, tema da sempre caro ai cristiani. Il cardinale arcivescovo di Bombay, Oswald Gracias, presidente della Catholic Bishops’ Conference of India, ha indetto per domenica 27 gennaio una Giornata di solidarietà per la giustizia, la sensibilizzazione e l’uguaglianza di genere. Un’occasione per sottolineare, attraverso incontri, seminari e manifestazioni che è «l’emarginazione di Dio dalla vita umana» a condurre gli uomini verso «ogni tipo di crudeltà». In ogni parrocchia, alla sera, si terrà anche uno specifico incontro di preghiera. Il cardinale Gracias auspica che la Giornata per l’uguaglianza tra uomo e donna possa «annunciare una trasformazione sociale», perché il «disprezzo» contro le donne ha molte facce — aborti selettivi, feticidi femminili, discriminazione, violenza domestica ed emarginazione — e «provoca immense ferite anche negli uomini e nella società». I vescovi, insomma, come sottolinea padre Dominic D’Abreo, portavoce della Conferenza episcopale, ribadiscono «la sacralità della vita e l’urgenza di uno sforzo nel campo dell’educazione», per combattere ogni «pratica che degrada la dignità della donna». In questo senso, «tutto il Paese, istituzioni, comunità religiose, corpi intermedi stanno lavorando e devono continuare a impegnarsi per garantire diritti e dignità di ogni persona. Il fenomeno degli stupri deve essere monitorato; il Paese ne sta prendendo coscienza e sta compiendo degli sforzi». Da parte sua, la Chiesa non si stanca di offrire il proprio contributo: «Abbiamo sempre difeso e difenderemo la dignità della donna, il rispetto e la sacralità della vita. La sfida oggi è quella dell’educazione, che va impartita ai bambini e ai giovani, centrandola sul rispetto della vita di ogni essere umano. Su questo versante la fede cristiana pone il rispetto della vita al vertice dei valori umani. Saremo sempre dalla parte di chi è privato della sua dignità, di chi viene emarginato o subisce abusi nella società. La Chiesa in India parla in favore degli oppressi e incoraggia tutti a compiere maggiori sforzi per combattere il fenomeno dello stupro e costruire una società migliore». In tal senso, la Giornata che si terrà il 27 gennaio a Mumbai «sarà un segno per tutto il Paese, sarà un momento molto importante per offrire una luce alla nazione e incoraggerà tutta la popolazione a seguire questa luce». Nel dibattito su una nuova legge che punisca lo stupro, conclude padre D’Abreo, «non chiediamo la pena di morte, perché crediamo che la vita è sempre sacra. Chiediamo invece che chi commette un reato odioso come lo stupro sia punito severamente, per dire a tutta la società quanto è grave questo reato, e che siano avviate serie politiche di prevenzione». Anche i gruppi laicali cattolici indiani ribadiscono il “no” alla pena di morte, ma anche ad altre forme lesive della dignità umana, come la cosiddetta castrazione chimica. In particolare, il Catholic Secular Forum (Csf), movimento con sede a Mumbai, capofila di una piattaforma di altre associazioni cristiane, ricorda che «la pena di morte e la castrazione chimica non sono parte della posizione della Chiesa». In un memorandum inviato al Governo indiano, i movimenti cristiani esortano l’esecutivo a rendere obbligatoria l’educazione all’affettività nelle scuole pubbliche, di ogni ordine e grado, per evitare l’insorgere di comportamenti sessualmente deviati nei giovani. Per far calare il reato di stupro, «occorre cambiare la mentalità degli studenti durante Oi anni della formazione» e «porre I accento sulle pari dignità fra uomo e donna». I movimenti laicali — secondo quanto riferisce l’agenzia Fides — hanno inviato una lettera anche all’episcopato segnalando un programma educativo già messo in atto dall’arcidiocesi di Ernakulam-Angamaly dei Siro-Malabaresi, in Kerala, chiedendo che venga esteso a tutte le diocesi. Si tratta del programma di educazione «Enlight», rivolto ai preadolescenti e adolescenti che frequentano le classi di catechismo, a partire dai dieci anni di età. «E necessario farlo, visto l’aumento dei casi di abuso sessuale e stupro e dei delitti contro le donne nella società indiana», nota il Csf, affermando la necessità di educare i bambini su tali temi «soprattutto alla luce di internet e dei resoconti diffusi dai mass media». Tale impegno potrebbe avere un impatto significativo anche perché esistono quindicimila fra scuole e istituti educativi gestiti solo dalla Chiesa cattolica in India. Il programma educativo «Enlight» si avvale di uno staff di psicologi e consulenti cristiani. Questi, con supporti audiovisivi, introducono i bambini alla visione cristiana della sessualità e del corpo umano, ai cambiamenti biologici nel corpo di un adolescente durante la pubertà, all’attrazione sessuale uomo-donna. Una sezione specifica si occupa, poi, dei rischi e delle trappole dei social network e delle chat in rete. Il fine ultimo del programma è spiegare che la sessualità è un dono di Dio.
Osservatore Romano – Il rispetto per le donne e’ questione di educazione
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