di Valerla Arnaldi
Telefono Rosa, dati choc sulle violenze: troppe donne hanno ancora paura dei compagni Il Lazio la regione da cui provengono più segnalazioni. «Ci occuperemo anche dei bimbi»
ROMA – Oltre seicentomila denunce in venticinque anni, seimila lo scorso anno che hanno portato a circa 1650 “casi trattati”, come dicono le volontarie per proteggere anonimato e ferite delle vittime. Telefono Rosa compie venticinque anni di attività e fa i conti in materia di violenza sulle donne. Alle tragedie finite sui giornali, con donne uccise da ex, compagni, amanti e innamorati, l’associazione aggiunge i numeri delle assistenze effettivamente portate a termine e anche, purtroppo, dei casi persi, quelle telefonate ricevute una volta sola, il giorno della paura, seguite da preoccupanti e pericolosi silenzi. Occorrono sette anni, infatti, in media, perché una donna riesca a trovare il coraggio di denunciare l’uomo che la maltratta. Prima, nonostante fatti e spesso cicatrici dicano il contrario, non riesce a credere che chi un tempo la amava voglia realmente farle del male. «Eppure – spiegano le volontarie – l’85% della violenza sulle donne, ormai è domestica. Non viene dallo straniero e dallo sconosciuto, come si è portati a pensare, ma proprio dalle persone più vicine, quelle insospettabili. Quest’anno, a livello nazionale, si registra un aumento di violenze di qualche punto percentuale». La regione da cui arrivano più telefonate è il Lazio ma ciò non significa che sia la regione dove il fenomeno è più presente. Questo è un capitolo in cui ancora forte è il sommerso. Molte donne subiscono e non denunciano, fino ad abituarsi alla violenza come normalità. Telefono Rosa intanto lancia nuovi servizi e progetti. «Vogliamo occuparci anche dei bambini che assistono alle violenze – spiega Gabriella Moscatelli, presidente dell’associazione – stiamo portando avanti delle ricerche ad hoc con l’università Sapienza di Roma, i piccoli testimoni hanno molti problemi, perfino nella dentizione. Occorre tutelarli insieme alle madri. Bisogna fare prevenzione e cultura».
Leggo – Sette anni per denunciare
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