Sì all’unanimità della Commissione della Camera ai due emendamenti. Il testo arriverà in Aula mercoledì
Roma
Intercettazioni e braccialetto elettronico per bloccare gli stalker. In commissione alla Camera entra nel vivo la discussione sul femminicidio. E arrivano le prime novità, per contrastare la violenza contro le donne e rafforzare la lotta ai `reati sentinella´, quelli che molte volte precedono l’omicidio di mogli, figlie, fidanzate.
Passa a larga maggioranza nelle commissioni Affari costituzionali e Giustizia della Camera (dove per tutta la giornata è poco nutrita la componente Pdl), un emendamento del Pd che prevede che il giudice possa disporre l’utilizzo del braccialetto elettronico per chi sia stato allontanato dalla casa familiare per stalking o maltrattamenti. Viene infatti esteso a questi reati l’articolo 275 bis del codice di procedura penale, sugli strumenti di «controllo mediante mezzi elettronici o altri strumenti tecnici» che possono essere disposti dal giudice, previo consenso dell’imputato.
Un altro emendamento Pd estende poi le intercettazioni alle indagini sui reati di stalking. Mentre rispetto al testo del governo, si esclude la possibilità di applicare l’allontanamento dalla casa familiare ai casi di lesioni lievi. E si introduce «un’aggravante generica per i reati di violenza contro le persone, commessi ai danni o in presenza di un minore di 18 anni o di una donna in gravidanza».
Lunga discussione, poi, in commissione, sulla irrevocabilità della querela per stalking, prevista dal decreto ma cui è contraria anche una parte del Pd. Alla fine, si trova una mediazione con un emendamento dei relatori Donatella Ferranti (Pd) e Francesco Paolo Sisto (Pdl): la querela è irrevocabile nei casi di minacce gravi e reiterate, ma può essere ritirata quando si tratti di molestie meno gravi. Ma con l’introduzione del principio «importante», sottolinea Ferranti, che la revoca può avvenire solo davanti all’autorità giudiziaria.
Le commissioni, dopo aver approvato l’articolo 1 e iniziato l’articolo 2, si sono aggiornate a lunedì, per poter licenziare il testo in tempo per mercoledì, quando è previsto l’approdo nell’Aula della Camera del decreto. In una corsa contro il tempo per evitare che decada, visto che la scadenza è il 15 ottobre e il provvedimento deve ancora passare al Senato.
[Fonte: www.lastampa.it]
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