di Maria Corbi
I numeri che raccontano la violenza sulle donne sono impressionanti e aumentano ogni giorno, un pallottoliere impazzito che non riesce a contare il dolore e la disperazione. Le misure per contrastare questa quotidiana guerra, spesso domestica, dovevano essere nel decreto svuota carceri. Nella bozza c’erano, poi sono scomparse in sede di stesura definitiva per evitare intoppi all’approvazione finendo in un pacchetto sicurezza allo studio del ministro Alfano che dovrebbe essere portato in Consiglio dei ministri come decreto legge entro la fine del mese.
Certamente non c’è tempo da perdere. Le cifre sulle violenze ai danni delle donne sono da capogiro come emerge da un recentissimo rapporto dell’Oms: 6 milioni e 700 mila donne italiane tra i 16 e i 70 anni sarebbero vittime di abusi fisici e sessuali e circa un milione di donne potrebbe aver subito stupri o tentati stupri; eppure del 14,3% delle vittime di violenza solo il 7% lo ha denunciato.
In questa stretta per il contrasto del femminicidio, della violenza contro le donne e della violenza di genere allo studio del ministero dell’Interno è previsto che il Questore, avuta notizia di un reato di lesioni in situazioni di violenza familiare, anche in assenza di querela, ammonisca l’autore del maltrattamento. Procedura che avviene anche per il reato di stalking. E qui il buon senso vorrebbe che venga inserita anche una norma che tuteli la donna che continua a vivere sotto lo stesso tetto con l’autore del maltrattamento, dopo l’ammonimento del questore, come richiedono molti centri antiviolenza.
Tra le norme anche la procedibilità d’ufficio, in assenza di denuncia della vittima; l’irrevocabilità della querela; la precedenza per i processi di stalking; l’arresto obbligatorio in fragranza di reato. Tra le aggravanti previste quella nel caso il reato si consumi mentre la donna è in gravidanza e quella nel caso alla violenza assista un minore di 14 anni.
Isabella Rauti, consigliere del ministro dell’Interno per le politiche di contrasto alle violenze di genere e al femminicidio, insediatasi un mese fa è fiduciosa: «Qualora il decreto legge andasse in Consiglio dei ministri contenente norme di urgenza noi riusciremmo ad introdurre un inasprimento delle pene e una necessaria stretta ai reati di stalking e alla violenza di genere. Sarebbe una piattaforma importante per arrivare a una più corretta applicazione della normativa nata nel 2009 e che ci aiuterebbe a preparare l’applicazione della convenzione Istambul nella consapevolezza che la lotta alla violenza non passa solo attraverso la prevenzione, ovvero una rivoluzione culturale, un’educazione ai sentimenti e una rieducazione del violento o dell’uomo maltrattante».
Contrasto e prevenzione le parole d’ordine, ma anche corsi (già avviati) per preparare adeguatamente il personale che verrà a contatto con le donne vittime di violenze soprattutto in famiglia.
La Stampa – Violenze un decreto entro la fine del mese
[File pdf - 225 Kb]
Stay Connected