Le sorelline erano uscite di casa per cercare la madre. I corpi trovati in un pozzo. Quattro persone sono state fermate. Manifestazioni di protesta nel villaggio del distretto di Bhandara. Il precedente della studentessa 23enne aggredita e violentata a New Delhi
Ennesimo, orribile caso di violenza nei confronti del sesso femminile in India: tre sorelline di 6, 9 e 11 anni sono state rapite, stuprate e infine assassinate nel distretto di Bhandara, una zona rurale nello Stato occidentale del Maharashtra. Erano scomparse dal loro villaggio giovedì scorso, e due giorni dopo i loro corpi “sono stati trovati in un pozzo, insieme alle cartelle e alle scarpe”.
Lo ha riferito soltanto oggi un portavoce della polizia locale, Aarti Singh, secondo cui l’autopsia ha confermato per tutte le vittime la violenza carnale prima dell’uccisione. Le bambine erano uscite di casa per andare in cerca della madre, e da allora nessuno ne aveva più saputo nulla. Singh ha precisato che finora non sono stati effettuati arresti formali, ma che quattro sospetti sono stati fermati per essere sottoposti a interrogatorio mentre le indagini proseguono. Gli abitanti del villaggio hanno inscenato manifestazioni di protesta una volta emersa la tragica verità. L’opinione pubblica indiana è ancora sotto shock per la vicenda di Jyoti Singh Pandey: la 23enne studentessa di fisioterapia che il 16 dicembre scorso a New Delhi fu aggredita da sei balordi a bordo di un autobus, violentata, picchiata e seviziata per 40 minuti, e infine gettata fuori dal veicolo insieme al fidanzato, anch’egli pesantemente malmenato. La ragazza morì in un ospedale di Singapore dopo tredici giorni di agonia. E’ in corso il processo a carico di cinque dei suoi aguzzini che, se riconosciuti colpevoli, rischiano la pena di morte. Il sesto, essendo risultato minorenne dal test del Dna, sarà invece giudicato separatamente.
[Fonte: www.repubblica.it]
Stay Connected