di Massimo Pisa
La vittima, 19 anni, era stata promessa a un parente in patria.
Arrestati il cugino e il padre, accusati di sequestro e stupro.
I carabinieri sono intervenuti alla vigilia del viaggio già organizzato dalla famiglia.
MILANO — Segregata, picchiata, violentata, per convincerla che quel matrimonio s’aveva da fare. Punita. Come Hina, pachistana come lei, bresciana d’adozione come lei, martirizzata da un padre padrone che non sopportava i suoi costumi occidentali e quel fidanzato del posto. Punita come Sanaa, sacrificata da un altro genitore sull’altare di quegli stessi valori distorti, famiglia e tradizione come gabbie. Massacrata come le tante ragazze, mogli, figlie, madri, indiane, marocchine, pachistane, oggetti del furore domestico di cugini, zii, patriarchi. E tutte giù al Nord, sul Garda e a Piacenza, nel modenese e a Pordenone. Siamo a Salò, questa volta, dove da cinque mesi la 19enne Anum (nome di fantasia) era costretta a subire. L’innesco delle violenze era stato il suo rifiuto di tornare in Pakistan: ad attenderla c’era il promesso sposo, un cugino della stessa età scelto dal 43enne padre, c’era una cerimonia nuziale già organizzata, i riti da rispettare, i parenti già pronti. Glielo avevano comunicato ad aprile, ad Anum. Il suo no era stato secco e aveva cominciato a pagarlo subito. Divieto di andare a scuola, a costo di perdere gli esami. Divieto di uscire da casa, dalla sua stanza, di qualsiasi contatto che non fosse familiare. Le minacce e le privazioni da parte del padre si allargano dopo qualche settimana al resto del clan. Finché un altro cugino, 19 anni anche lui, non si sente in diritto di punirla in prima persona. Violentandola, più volte. Tutti in casa sanno. Nessuno fiata. Finché Anum non riesce lei stessa a far sapere, all’inizio di questa settimana. Approfitta della visita in casa di un’amica, coetanea e pachistana, per confidarle a mezza bocca il suo calvario. La ragazza sfida le leggi non scritte della comunità e, all’uscita da scuola, entra nella caserma dei carabinieri di Salò per denunciare. Gli elementi raccolti dai militari guidati dal capitano Luigi Lubello non sono molti, soprattutto perché l’amica al momento di formalizzare una denuncia si fa sorprendere dalla paura e non firma il verbale. Ma basta e avanza per capire che il pericolo è imminente e che non c’è molto tempo per intervenire. Anche perché, dopo un giorno di indagini, gli investigatori vengono a sapere che il viaggio di Anum e famiglia è già stato prenotato per la mattina stessa, quella di mercoledì 26 settembre. Quando i carabinieri bussano a casa della vittima, nel pomeriggio, la trovano ancora lì. L’ultimo rifiuto a imbarcarsi ha scatenato l’ennesimo scatto d’ira del padre: lo trovano con un coltellaccio in mano, dietro la porta della camera di Anum, urlante. L’uomo viene arrestato per violenza sessuale aggravata e sequestro di persona in concorso. Agli arresti finisce anche il cugino 19enne, il presunto violentatore materiale. La vittima viene liberata e portata in una comunità protetta. Lontana dalla casa di Salò e dai suoi aguzzini, che nel frattempo sono rientrati: il gip ha convalidato gli arresti ma, in attesa di nuove indagini, li ha rimessi in libertà.
I precedenti
HINA SALEEM Ventenne pachistana, nel 2006 a Brescia viene sgozzata dal padre perché fidanzata con un italiano.
RACHIDA RADI Marocchina di 35 anni, frequenta la parrocchia di Brescello. Nel 2011 il marito musulmano, da cui voleva separarsi, la uccide.
KAUR BALWINDE Indiana di 27 anni è mamma di un bimbo di 5 anni ed è incinta da tre mesi. A maggio viene strangolata dal marito geloso, indiano anche lui.
Repubblica – Brescia ragazza pachistana violentata perche’ rifiuta il matrimonio combinato
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