“La mia rivoluzione inizia nel corpo”. Il 14 febbraio tutti insieme con ONE BILLION RISING REVOLUTION 2015

10952399_10205845120597438_5053750415425564576_n

Guarda il flash mob:

Segui l’intervento di Isabella Rauti:

Guarda la galleria fotografica:

“La mia rivoluzione inizia nel corpo

di Eve Ensler

La mia rivoluzione inizia nel corpo
Non aspetta più
La mia rivoluzione non ha bisogno di approvazione o permesso
Succede perché deve succedere in ogni quartiere, villaggio, città
nei raduni delle tribù, tra i compagni di studio, tra le donne al mercato, sull’autobus
Può essere graduale e morbida
Può essere spontanea e rumorosa
Potrebbe essere già in atto


La potresti trovare nel tuo armadio, nei tuoi cassetti, nel tuo stomaco, nelle tue gambe, nel moltiplicarsi delle tue cellule, nella nuda bocca di capezzoli turgidi e seni prorompenti
La mia rivoluzione cresce insaziabile al ritmo di tamburi tra le mie gambe
La mia rivoluzione è disposta a morire per questo
La mia rivoluzione è pronta a vivere in grande
La mia rivoluzione sta rovesciando quello stato mentale chiamato patriarcato
La mia rivoluzione non avrà una coreografia anche se comincerà con alcuni passi familiari.
La mia rivoluzione non è violenta ma non arretra davanti al ciglio pericolosodi dimostrazioni forti di resistenza che potrebbero farla scivolare in qualcosa di nuovo
La mia rivoluzione è in questo corpo
In questi fianchi atrofizzati dalla misoginia
In questa mandibola messa a tacere dalla fame e dall’atrocità
La mia rivoluzione è
Connessione non consumo
Passione non profitto
Orgasmo non possesso
La mia rivoluzione è della terra e verrà da lei
Per lei, grazie a lei
La mia rivoluzione sa che ogni volta che scaviamo o trivelliamo
O bruciamo o violiamo gli strati della sua sacralità
violiamo l’anima del nostro futuro
La mia rivoluzione non si vergogna di premere il mio corpo giù
Sul suo suolo fangoso davanti a
Baniani, Cipressi, Pini, Kalyaan, Querce, Castagni, Gelsi, Sequoie, Sicomori
Di inchinarsi senza vergogna ad uccelli giallo fosforescente e tramonti rosa e blu, a buganvillee viola da far scoppiare il cuore e mari verde acqua
La mia rivoluzione bacia con gioia i piedi di madri ed infermiere e cameriere e donne delle pulizie e bambinaie
E guaritrici e tutte coloro che sono vita e danno vita
La mia rivoluzione è in ginocchio
Sulle mie ginocchia davanti ad ogni cosa sacra
E a coloro che portano fardelli creati dall’impero sulle loro teste e sulle loro schiene e
Nei loro cuori
La mia rivoluzione richiede abbandono
Si aspetta l’originale
Si affida a piantagrane, anarchici, poeti, sciamani, veggenti, esploratori del sesso
Prestigiatori, viaggiatori mistici, funamboli e coloro che vanno troppo lontano e sentono troppo,
La mia rivoluzione arriva inaspettata
Non è ingenua ma crede nei miracoli
Non può essere classificata, definita, marchiata
O perfino collocata
Offre profezie non ricette
E’ determinata da mistero e gioia estatica
Richiede ascolto
Non è centralizzata anche se tutte sappiamo dove stiamo andando
Avviene gradualmente e all’improvviso
Avviene dove vivi e ovunque
Capisce che le divisioni sono diversioni
Richiede di stare seduta immobile e fissare a fondo i miei occhi
Andare avanti

Traduzione a  cura di Sasha Arlorio