Non tollerate soprusi mascherati da amore. I nuovissimi mostri sembrano normali, sorridono alle scuocere e scherzano con gli amici: è questa la vera mostruosità
Le colleghe del Corriere si sono accorte che, di violenza sulle donne, scrivono quasi esclusivamente le donne. Non va bene, hanno detto. Se il punto delle vittime è fondamentale, quello degli aggressori non è inutile.
Uomini spesso insospettabili, gli stessi che vediamo giocare con l’autoradio ai semafori, e sorridere se si sentono osservati. Uomini fragili, che proteggono abilmente le proprie insicurezze: la scarsa cognizione del dolore, il timore di dover ricominciare, il terrore di trovarsi soli. Uomini che hanno imparato a nascondere e a nascondersi: finché non esplodono, e arrivano le tragedie.
«La 27esima ora», il blog femminile, tiene i conti. Solo in agosto: Lucia, 31 anni, accoltellata dall’ex a Madonna di Campiglio (Trento); Antonella, 48 anni, uccisa con una fucilata alla gola dal marito ad Avola (Siracusa); Maria Grazia, 38 anni, uccisa a bottigliate dal compagno ubriaco a Borgo San Dalmazzo (Cuneo); Giuseppina, 62 anni, accoltellata dal marito mentre dormiva a Guspini (Cagliari); Marilia, 28 anni, strangolata in ufficio a Gambara (Brescia), inscenando un improbabile, goffo suicidio con l’acido e col gas. Ho scritto due volte, in agosto, di violenza sulle donne: un commento e una conversazione con Claudio, condannato per stalking, maltrattamenti, violazione di domicilio. Le reazioni mi hanno stupito.
Non quelle in rete e sui social network: le confidenze personali. Amiche e conoscenti – quattro, per la precisione – hanno voluto dirmi che ci erano passate. Scelgo due storie, cambiando nomi e città. Teresa lavora nei media, a Roma: ha meno di quarant’anni, è una donna bruna, entusiasta e instancabile. Conosce un collega, s’innamorano, vanno a vivere insieme, hanno una figlia. Lui incontra difficoltà sul lavoro, diventa nervoso e aggressivo, si sfoga in casa. Scenate quotidiane, insulti, oggetti spaccati. Lei sopporta a lungo, poi dice: non ce la faccio più. Lui perde il controllo: minaccia ripetutamente il suicidio, accusa Teresa di avergli rovinato la vita. Nessuno, da fuori, sospetta nulla: neanch’io, eppure conosco Teresa.
Elena è una professionista di Genova: ha poco più di trent’anni, il lavoro la porta a viaggiare. Conosce un imprenditore, più anziano, reduce da un precedente matrimonio: si piacciono, si mettono insieme. La relazione – succede – si complica: lui è possessivo, vuole sapere e controllare. Lei lo lascia, e lui comincia a seguirla: s’apposta fuori di casa, chiama di notte, spedisce dozzine di messaggi aggressivi. Un giorno Elena se lo ritrova nell’ascensore. Cambia addirittura città, ma diventa ansiosa e insicura. Nessuno, da fuori, sospetta nulla: neanch’io, eppure conosco Elena.
Raccontate queste storie, reagite subito, non tollerate soprusi mascherati da amore: solo questo vorrei dire alle lettrici del Corriere. I nuovissimi mostri sembrano normali, sorridono alla suocere e scherzano con gli amici: è questa la vera mostruosità.
Corriere della sera – Violenza sulle donne raccontate le vostre storie
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[Fonte: 27esimaora.corriere.it]
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