NEW DELHI — L’India torna in piazza, furiosa con le sue forze dell’ordine, in difesa delle vittime preferite della violenza: le donne, e i bambini. Dopo la 23enne stuprata e uccisa da un branco a Delhi in dicembre, protagonista della nuova tragedia diventata un caso simbolo è una bimba di 5 anni. E viva, ma in gravi condizioni. Nelle 4o ore passate sotto sequestro di un vicino, sempre nella capitale, ha subito violenze carnali e torture, compresi tagli e morsi. Lunedì era sparita, mercoledì è stata ritrovata da altri vicini che avevano sentito un pianto dal seminterrato: era sola e sembrava morta. Ben poco ha pesato sull’opinione pubblica l’arresto dello stupratore, un 24enne rintracciato ieri in un villaggio. Quello che sta facendo scalpore, spingendo in piazza migliaia di persone, è il fatto che i genitori della bimba ne avessero denunciata la scomparsa già lunedì, ma la polizia s’era rifiutata di verbaliazare il caso. Forse perché sono poveri operai, scrivono i media locali, ma soprattutto perché la polizia è inefficiente. Ieri due agenti che avevano ignorato la denuncia sono stati sospesi: avevano offerto al papà della bimba 2.000 rupie (28 euro) perché tacesse. Il premier Manmohan Singh ha criticato la polizia con inedito vigore: «Comportamento inaccettabile». Tutte le autorità hanno promesso giustizia e sicurezza. I media pubblicano intanto la lista dei bimbi violentati negli ultimi tempi: sono cinque solo dall’inizio di aprile.
Corriere della Sera – La protesta per lo stupro di una bimba
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