La Camera degli Stati Uniti ha approvato la riautorizzazione e il rafforzamento della legge del 1994 sulla violenza domestica e sessuale contro le donne, con 286 voti favorevoli e 138 contrari. Il provvedimento, che era già passato all’inizio del mese al Senato con 87 voti a favore, era decaduto nel 2011 proprio per l’opposizione del Grand Old Party al rinnovo. Nei prossimi giorni, per diventare legge, dovrà essere firmata dal presidente Barack Obama. In una nota della Casa Bianca Obama ha dichiarato: “Per più di due decenni questa legge ha salvato innumerevoli vite e trasformato il modo in cui trattiamo le vittime di abusi. Sono felice che sia stata nuovamente autorizzata. La legge ridurrà la violenza domestica, migliorando il modo in cui trattare le vittime di stupro, estendendo le protezioni anche alle donne native americane e ai membri della comunità Lgbt”. Vale la pena ricordare come da un rapporto del dipartimento di Giustizia emerge che una nativa americana su tre ha subito almeno uno stupro, e da molti altri emerge che tante donne indiane preferiscono non denunciare le violenze, visto che nel 67% dei casi non viene avviata un’azione legale. Inoltre, queste donne non hanno la possibilità di far valere i propri diritti di fronte ai tribunali tribali se i loro mariti non sono nativi americani. Più dell’80% dei crimini a carattere sessuale, nelle riserve, è commesso da persone che non appartengono alla comunità indiana, che non possono essere processate dai tribunali tribali. Per proteggere le donne indiane, le autorità tribali devono avere la possibilità di punire gli stupratori, a prescindere dalla loro razza. Le corti indiane avevano questa autorità fino al 1978, quando è intervenuta la Corte Suprema. Ora questi tribunali possono farlo solo chiedendo una specifica autorizzazione al Congresso.
Conquiste del Lavoro – Osservatorio – Usa violenza su donne anche la camera riautorizza la legge
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