di Francesco Dal Mas
La suocera aveva comprato la ragazzina nel suo Paese e l’aveva portata in Italia a bordo di un pullman. Poi ha costretto il figlio a sposarla all’insaputa del padre, che era contrario.
Abusi e torture a 13enne macedone due in manette.
Presi madre e figlio minorenne.
Da mesi tenevano segregata nella loro casa a Marghera la minorenne che alla fine è riuscita a fuggire
Lei, 13 anni, non lo voleva. Lui, 17, l’aveva subito respinta. Ma la futura suocera, 33 anni, lo ha convinto a prenderla in sposa: non aveva forse pagato 3mila euro, per comprarla? Anzi, per dimostrare – lenzuolo alla mano – la verginità della bambina ha addirittura organizzato una festa. L’orrore ha preso forma in Italia, a M era. Con un carico di violenze, per a piccola, oltre misura: dalla segregazione fino alla tortura con i fili elettrici. Il ragazzino e sua madre, Jasar Nermin, di origini macedoni, sono finiti in carcere con la pesante accusa di violenza sessuale aggravata ai danni di minore, maltrattamenti aggravati, lesioni aggravate. La futura sposa, che non voleva assolutamente saperne di quel contratto sottoscritto in patria, è stata messa sotto protezione dalla polizia. A gioire i vicini di casa, che avevano trovato la bambina coperta di lividi ed escoriazioni. Il pestaggio era iniziato a soli due giorni dal suo arrivo dalla Macedonia, in pullman, guarda caso accompagnata dalla futura suocera. Quella suocera che a distanza di pochi giorni si sarebbe rivelata un pozzo d inferno: fino ad incitare il figlio ad abusare della bambina che rifiutava un matrimonio pagato così caro. Un matrimonio, si badi, che non rientrava nel conto neppure del ragazzo. Anche perché la futura moglie proprio non gli piaceva. Eppure, alla madre, lui non riusciva a dire di no. E le testimonianze raccolte dalla squadra mobile riferiscono che mentre la ragazzina piangeva, rinchiusa in una stanza della casa, poco distante la famiglia festeggiava, insieme ai parenti. Pare che il capofamiglia, un operaio che vive a Marghera da circa sei anni, fosse all’oscuro di tutto. E che anzi abbia preso le difese della vittima, fino a picchiare il figlio per quanto accaduto. Ignare anche le sorelle del 17enne. La madre, infatti, gli aveva imposto di tacere con tutti. La promessa sposa veniva picchiata di giorno, quando in casa c’erano solo lui e sua madre. L’adolescente veniva immersa, vestita, nella vasca del bagno colma d’acqua calda e “condita” con il sale. I due procedevano, a quel punto, a sottoporla a scariche elettriche, attraverso il filo del computer, colpendo varie parti del corpo. Era la punizione perché lei avrebbe osato scappare. Un giorno ce l’ha fatta davvero. Alcuni residenti l’hanno infatti intercettata mentre chiedeva aiuto: aveva il volto completamente tumefatto. Arrivata la squadra mobile, è stata portata in ospedale, dove i medici le hanno riscontrato traumi diversi e bruciature sulle gambe, mentre lei confessava tutto. Quindi il ricovero, con la prognosi di un mese. «Nessuna tradizione arcaica può motivare un crimine – ha commentato l’assessore alle politiche giovanili, Gianfranco Bettin -. Sequestrare il futuro dei giovani, costringerli con la violenza a obbedire ai diktat di tradizioni arcaiche, come pure a nuovissime forme di oppressione, è uno dei crimini più odiosi».
Avvenire – Venduta per 3mila euro e violentata dallo sposo
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