(Adnkronos) – “Il numero 1522 e l’app sono state pubblicizzate dal Viminale con due circolari – dice ancora la senatrice -, ma si poteva fare di più. Le risorse per i centri anti violenza sono state sbloccate solo ad aprile perché non c’è stata la possibilità di riunire la conferenza Stato-Regioni che si occupa di distribuirle. Si sarebbe potuto anche creare un fondo presso la presidenza del Consiglio dei Ministri per il sostegno alle vittime di violenza. Ma le leggi da sole non bastano se non sono accompagnate da una rivoluzione culturale, di educazione al rispetto e ai sentimenti. Bisogna sostenere le donne in un percorso di reinserimento sociale, ma occuparci anche del recupero dell’uomo violento e maltrattante attraverso appositi centri”. Bisogna chiedere aiuto, secondo Rauti, “a scuola e in famiglia per le adolescenti, ai centri preposti e ai numeri di pubblica utilità per le donne che subiscono nell’ambito della coppia. E avere fiducia, perché verranno indirizzate legalmente, sostenute psicologicamente e – se la situazione lo richiede – messe in contatto con le forze dell’ordine”. E quanto ai femminicidio, nonostante i casi di denuncia che li hanno preceduti, sottolinea che “la lacuna non attiene al mancato intervento delle forze dell’ordine, ma al percorso farraginoso relativo a aspetti processuali. La legge ‘Codice rosso’ ha introdotto il regime d’urgenza: la vittima deve essere ascoltata dal pm entro tre giorni dall’iscrizione della notizia di reato”. (Crc/Adnkronos) ISSN 2465 – 1222 08-GIU-20 09:19 NNNN
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