di Emanuela De Crescenzo
(ANSA) – ROMA, 9 MAG – Essere mamma in Italia è sempre più difficile, con differenze il Nord, sempre più virtuoso come Trento e Bolzano, e il Sud, spesso carente di servizi e di sostegno alla maternità, con la Campania come fanalino di coda.
Nel Belpaese si diventa mamme sempre più tardi e si fanno sempre meno figli. Il tasso di disoccupazione delle donne, ed in particolare delle mamme, è tra i più alti in Europa, ci sono discriminazioni radicate nel mondo del lavoro, un forte squilibrio nei carichi familiari tra madri e padri e poche possibilità di conciliare gli impegni domestici con l’occupazione, a partire dalla scarsissima offerta di servizi educativi per l’infanzia.
È il quadro che emerge dall’analisi di Save the Children “Le Equilibriste: la maternità in Italia”, diffuso in occasione della Festa della mamma, da cui appare evidente una condizione ancora molto critica, ma soprattutto, come afferma l’organizzazione internazionale che dal 1919 si occupa di salvare bambini, la situazione delle mamme è ancora ferma a molti anni fa e mancano miglioramenti strutturali, soprattutto al Sud.
L’Italia è in vetta alla classifica europea per anzianità delle ‘donne al primo parto’ con una media di 31 anni; donne che rinunciano sempre più spesso alla carriera professionale quando si tratta di dover scegliere tra lavoro e impegni familiari: il 37% delle donne tra i 25 e i 49 anni con almeno un figlio risulta inattiva. La denatalità del Paese ha raggiunto un nuovo record registrando la nona diminuzione consecutiva dal 2008: le mamme italiane, infatti, hanno pochi figli, con un numero medio per donna pari a 1,34; cifra che torna ai livelli del 2004, dopo aver raggiunto il suo massimo di 1,46 figli nel 2009.
La classifica delle regioni vede le Province autonome di Bolzano e Trento al primo e secondo posto seguite da Valle D’Aosta, Emilia-Romagna, Friuli-Venezia Giulia e Piemonte.
Bolzano e Trento non solo conservano negli anni il primato, ma registrano miglioramenti. Emblematico, al contrario, il caso dell’Emilia-Romagna che passa da una prima posizione nel 2008 ad una quarta nel 2018. Tra le regioni del Mezzogiorno fanalino di coda della classifica, la Campania risulta peggiore regione “mother friendly” e perde due posizioni rispetto al 2008, preceduta da Sicilia (20° posto), Calabria (che pur attestandosi al 19° posto guadagna due posizioni rispetto al 2008), Puglia (18°) e Basilicata (17°).
Per Raffaela Milano, direttrice dei Programmi Italia-Europa di Save the Children, “la maternità rappresenta ancora una sfida nella quale le madri sono vere e proprie equilibriste tra la vita privata e il mondo lavorativo” per questo è indispensabile, aggiunge, “passare da interventi spot e una tantum, sostanzialmente inefficaci, ad un piano strutturato di sostegno, mettendo finalmente in rete le diverse risorse disponibili, a livello regionale, nazionale ed europeo”. (ANSA).
[Fonte: www.regione.vda.it]
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