Come ogni 8 marzo si recita a soggetto; tutti si precipitano a fare dichiarazioni stampa (ne ho lette alcune esilaranti) sulle donne e il rito della festa si scatena.
Sempre più ignari della tragica radice storica della festa e sempre più inclini a banalizzare tema e ricorrenza.
“Niente mimose” scrivevo con il mio gruppo femminile di destra già negli Anni Settanta e non ho mai smesso di pensarlo.
Niente mimose e non solo 8 marzo!
E soprattutto smettete di ringraziarci ogni 8 marzo per tutto quello che facciamo ogni giorno e – piuttosto – fatelo con noi e per noi.
Meno retorica e più fatti.
Dalle politiche di conciliazione vita – lavoro, ai differenziali retributivi a parità di mansioni svolte; dalle violenze domestiche allo Stalking ed al mobbing di genere; dalla tolleranza mondiale sui matrimoni forzati delle spose bambine alla pratica delle mutilazioni genitali femminili; dallo sfruttamento lavorativo alla tratta delle donne e delle bambine a scopi sessuali; dai gender gap nelle istrituzioni, nei cda (nonostante la legge) e nelle posizioni apicali alle pubblicità sessiste ed offensive.
E potremmo continuare; ma oggi no, noi abbiamo gli altri 364 giorni per farlo e per continuare ad impegnarci.
Auguriamoci meno ipocrisie e meno strumentalizzazioni e magari più quotidiano rispetto e qualche misura concreta della politica che risponda ai reali bisogni delle donne.
Isabella Rauti
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