L’APPELLO Gli investigatori: «Se qualche donna ha subito molestie, parli»
Quando lo ha visto spingere il carrello delle vivande, gli ultimi residui dubbi le sono immediatamente passati: non era un medico quello che le aveva fatto quella strana e approfondita «visita», ma un infermiere.
Maniaco. La giovane paziente ha subito avvertito i genitori che sono filati diritti in direzione sanitaria e poi dalla Polizia locale per denunciare l’aggressione. E ieri i ghisa hanno arrestato il portantino mano lunga, sul quale grava ora il sospetto di altre «visite», soprattutto ai danni di pazienti straniere. Gli investigatori per questo lanciano ora un appello: se qualche donna ha subito molestie al San Raffaele, corra a denunciarle al vigili.
Lavorava infatti nella struttura fondata da don Verzè, Marco Leni, 43 anni, infermiere generico ma con il vizietto di allungare le mani sulle giovani e belle pazienti. Per farlo indossava la divisa da medico, stetoscopio al collo e girava per i reparti. Il 28 agosto si è infilato nella stanza di una ragazza di 24 anni, da due settimane ricoverata in isolamento per una brutta polmonite. Per l’occasione aveva anche indossa una maschera chirurgica, nella speranza di non essere riconosciuto. Ha quindi spiegato di dover verificare se non ci fossero linfonodi e ha iniziato a toccarla dappertutto. Finita la visita se n’è andato, lasciando la giovane a dir poco perplessa.
I suoi dubbi, come detto, sono svaniti quando qualche ora dopo l’ha visto spingere il carrello della cena. Era lui, senza dubbio, l’aveva riconosciuto dai tatuaggi sul collo. La ragazza si è confidata con genitori e fidanzato e, dopo un comprensibile momento di pudore, ha deciso di denunciare la cosa. Il padre si è recato in direzione sanitaria, creando non poco imbarazzo, dove è stato invitati a sporgere regolare denuncia alle forze dell’ordine. Il padre ha scelto la polizia locale, sentendola, ha poi spiegato, più vicina alla gente. Una fiducia ben riposta perché i ghisa, coordinati dal comandante Tullio Mastrangelo, si sono subito messi al lavoro. Per prima cosa ha ottenuto dalla direzione del San Raffaele, l’allontanamento del manolesta dai reparti femminili. Quindi hanno iniziato gli accertamenti, conclusi ieri mattina con l’arresto nella casa dove l’infermiere vive con la madre. Gli accertamenti continuano, per verificare se ci siano altre vittime del maniaco.
[Fonte: www.ilgiornale.it]
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