di Luca Bassi
Dopo il corteo contro l’aggressore
Gravidanza interrotta, ma gli inquirenti frenano: «Cause da valutare»
Una ragazza di 24 anni di Bergamo è stata violentata la notte del 4 gennaio da un uomo di origini kosovare di 32 anni, Vilson Ramaj. La giovane era appena uscita da un locale.
Dopo la violenza, la ragazza giunta in ospedale scopre di essere incinta del suo fidanzato. La giovane 24enne non ha retto allo choc e ha perso il bambino. Si trova ora ricoverata al Papa Giovanni XXIII di Bergamo.
Alla fine, una vicenda che di drammatico aveva già tutto, ha scoperto un lato ancor più triste. La 24enne bergamasca che il 4 gennaio scorso era stata violentata nel pieno centro cittadino di Bergamo ha perso il bambino che portava in grembo. Secondo i medici che hanno effettuato tutte le visite del caso, lo choc che ha accompagnato la ragazza dopo la violenza subita è stato troppo forte, tanto forte che la gravidanza che si stava cercando di portare avanti nonostante la drammatica vicenda si è interrotta. La giovane ora si trova all’ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo, dove non riesce a darsi pace per questo nuovo terribile risvolto che tutta la faccenda ha avuto. Gli investigatori della polizia di Bergamo che hanno lavorato sul caso della 24enne fanno sapere che «la violenza subita dalla ragazza e l’interruzione della gravidanza non possono essere connesse per forza», anche se la notizia è stata appresa da Bergamo e dai bergamaschi con ulteriore rabbia. Rabbia che non si sarebbe ancora placata da quando il kosovaro autore della violenza, il 32enne Vilson Ramaj, è stato portato nel proprio domicilio dagli uomini della polizia che poche ore prima l’avevano arrestato. Era 1’11 gennaio, esattamente una settimana dopo il fattaccio che aveva visto protagonisti Ramaj e la 24enne bergamasca che, uscita da un noto locale del centro in compagnia di due amiche, i14 gennaio è stata aggredita dal kosovaro in un vicino parcheggio appena lasciata sola dalle compagne di serata La notizia era circolata solo cinque giorni dopo, ma a far indignare ulteriormente gli abitanti del quartiere era stata la decisione di concedere gli arresti domiciliari all’autore della violenza a poche ore dalle manette. Per questo, già nella serata di venerdì 11 gennaio, un nutrito gruppo di ultras dell’Atalanta (legati al fidanzato della vittima) avevano protestato con un corteo poco amichevole nei pressi dell’abitazione del kosovaro, costringendo la polizia di Bergamo a erigere un corteo in protezione dell’entrata della casa di Ramaj, che nei giorni successivi è stato spostato dal centro cittadino assieme alla famiglia (la moglie e due figli) per ovvi motivi di sicurezza. Le proteste dei bergamaschi non si erano poi fermate al corteo di venerdì 11.11 giorno dopo, infatti, una folla pacifica (alla quale si sono uniti diversi rappresentanti politici tra cui il primo cittadino Franco Tentorio) ha sfilato per le vie di Bergamo per una fiaccolata che aveva come messaggio principale il “no alla violenza sulle donne”. Ma le maggiori polemiche si sono alzate dopo le dichiarazioni del Procuratore di Bergamo Francesco Dettori che, in un’intervista sul quotidiano locale L’Eco di Bergamo, si era rivolto alle donne bergamasche invitandole a “non uscire da sole la sera”. Una frase che, inutile dirlo, ha alzato un polverone senza precedenti e che è stata inevitabilmente ripresa da tutti gli organi di stampa nazionali.
Libero Quotidiano – Perde il bimbo dopo lo stupro A Bergamo monta la rabbia
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